Regia di Pupi Avati vedi scheda film
Un bancario neo assunto e uno svogliato studente del DAMS, che non si conoscono tra loro ma sono figli di due amici, dividono casa a Bologna: coabitazione male assortita, che finirà male per entrambi. Una delle prove migliori di Avati, che racconta con sguardo impietoso il rampantismo anni ’80: una storia di patetici arrivisti, che restano vittime degli intrighi orditi da loro stessi. Il luogo di lavoro è un campo di battaglia, dove ogni collega può nascondere un nemico (tranne l’innocua mascotte Nik Novecento, che sogna solo di trasferirsi in America pur avendo una conoscenza rudimentale della lingua). Claudio Botosso, ossia l’attore più simile a Charlie Brown che si sia mai visto, viene preso nella morsa fra il duo di mantidi Maldotti-Ricci e Luca Barbareschi, sempre perfettamente in parte nel ruolo dello stronzo: anche lui comincia a fantasticare gli status symbols che gli vengono dettati dall’ambiente (carriera facile, belle donne, la tessera del circolo di golf), ma il conto da pagare è salato. E alla fine arriva anche la risposta alla domanda fondamentale: quanto tempo ci vuole a ricordare i fatti più importanti della propria vita? 42 secondi netti, non uno di più.
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