Regia di Pupi Avati vedi scheda film
Discutibile ed ondivaga opera di Pupi Avati che riscatta con regia ed interpreti il pasticcio della sceneggiatura. Il guaio è che c'è un accumulo di personaggi, indizi, storie, suggestioni che si avviluppa su se stesso e non conduce ad un vero crescendo drammaturgico, nè soprattutto ad un nitido nucleo tematico. Affresco di infelicità piccolo-borghese? Ritratto al vetriolo dei veleni della vita aziendale? Nebulosa e torbida divagazione noir, intessuta da un'umanità non meno squallida di quella di "Regalo di Natale"? Saggio su amicizie ed amori maledetti? "Impiegati" è un po' tutto questo, senza però una linea precisa. Avati spinge con cautela sul pedale di una suspense che si protrae, sotterranea, scena dopo scena, contribuendo, aiutato in questo dal magnetismo dei poco blasonati interpreti, a mantenere desta l'attenzione dello spettatore. Invano, purtroppo. Resta l'atmosfera viziata, un sapore aspro, ambienti soffocanti o falsamente rassicuranti: sono mancate, invece, storie e personaggi da ricordare.
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