Regia di Norman McLeod vedi scheda film
Horse feathers - I fratelli Marx al college (il titolo italiano testimonia la raggiunta fama del quartetto anche nel nostro Paese) fa il paio con il precedente Monkey business, girato l'anno prima dallo stesso McLeod su una sceneggiatura anch'essa firmata da Sid Perelman e Will Johnstone, che qui sono affiancati da Bert Kalmar e Harry Ruby. Ciò che, oltre agli autori, accomuna le due pellicole è il tentativo di dare vita a una storia non per forza indipendente dalle gag (sarebbe impossibile, per il loro tenore nonsense e grottesco e, sostanzialmente, mai è accaduto nel cinema dei Marx), ma comunque sensata, viva, dotata di uno sviluppo proprio e non semplicemente formata dall'unione e dall'aggiustamento di sketch essenzialmente separati fra loro. Zeppo è sempre meno presente: il prossimo La guerra lampo dei fratelli Marx (1933) sarà la sua ultima partecipazione, mentre rientrerà nel cast Margaret Dumont, storica spalla di Groucho, assente qui e in Monkey business. Proprio Groucho è invece l'elemento centrale della vicenda, ormai consolidato come 'capocomico' della banda di fratelli e come sempre trascinante nel suo inarrestabile farneticare - buona parte del quale, purtroppo, perso nella traduzione poiché strettamente legato a giochi di parole e deformazioni linguistiche; Chico e Harpo si ritagliano le solite scenette musicali, rispettivamente al piano e all'arpa (limitate nel minutaggio, però, rispetto ai precedenti film del gruppo), così come non mancano le canzoni eseguite nel corso della pellicola: quando Zeppo intona Everyone says I love you non è difficile intuire quale altro famoso comico e cineasta newyorchese (ed ebreo anch'egli) prenderà spunto da tale brano per una sua futura opera. Questo per dire oltretutto quale peso abbiano avuto e tuttora abbiano i film dei fratelli Marx, a loro modo ciascuno una piccola rivoluzione nel mondo della comicità su celluloide, opere di altissimo ritmo - e Horse feathers è una delle migliori in questo senso - e dalla verve beffarda, vivace di un umorismo lieve e giocoso che ha fatto lezione a intere generazioni di comici. Da segnalare, oltre alla consueta messe di trovate slapstick talvolta irresistibili, due gag basate su giochi di parole e con la presenza di animali non propriamente domestici: la foca (seal: foca, ma anche sigillo in inglese) e il maiale (pig, confuso con 'pick' nel farneticare di Chico). 7/10.
Il nuovo rettore del college è uno squilibrato con il sigaro perennemente in bocca e la parlantina spedita e delirante. Di colpo le lezioni non contano più, e la vittoria del campionato di football diventa l'obiettivo principale della scuola.
(Re-visione 24/8/21)
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