Regia di Norman McLeod vedi scheda film
Non potevano esserci personaggi più adatti dei Marx bros. per conclamare l'avvento del sonoro. Groucho era l'anarchico impera-inven-tore di calembour (ossia "giochi di parole"; molti dei quali, purtroppo, vanno perduti nella traduzione). Harpo era il geniale prosecutore della tradizione slapstick del muto. Seppero sviscerare anche il meglio della nobile tradizione dell'umorismo yiddish o del vaudeville (l'equivalente italiano della "rivista" d'avanspettacolo): i loro numeri musicali sono esilaranti, impeccabili e non hanno nulla da invidiare alle coreografie dei musical "ufficiali". Con loro, al pari del nostro Antonio de Curtis, i registi operavano in veste di semplici tecnici delle luci e dei movimenti. L'abile Leo McCarey, che li diresse in DUCK SOUP, stanco degli interventi dittatoriali sul suo lavoro da parte dei quattro fratellacci, affermò: "... alla fine diventammo amici, ma in futuro preferirò vederli al cinema, piuttosto che dirigerli!". Di solito, dinnanzi ad una buona pellicola, ci si arrovella a trovare le fonti d'ispirazione precedente: essendo stati loro i pionieri del cinema comico non-sense, ci si può scervellare a trovare le opere che tale HORSE FEATHERS ha influenzato (in tal caso, da M.A.S.H. a ANIMAL HOUSE. Scusate se è poco)! Magari a distanza di 76 anni alcune gags sembrano scontate, ma lo spasso è di quantità costante ed il finale allo stadio è pirotecnico. Forse non sarà un capolavoro come UNA NOTTE ALL'OPERA, ma merita assolutamente una visione.
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