Regia di Michael Curtiz vedi scheda film
Una pietra miliare del cinema horror che è stata rivisitata in più occasioni. È anche uno dei primissimi film girati in Technicolor.
1921. Londra. Ivan Igor (Lionel Atwill) è un talentuoso scultore di statue costituite da cera. Tra le sue opere più rilevanti figurano personaggi famosi tipo Voltaire, Giovanna d'Arco o Maria Antonietta. Purtroppo l'attività non rende, e il socio in affari di Igor, dopo aver stipulato un'assicurazione, decide di provocare un incendio, durante il quale non solo tutto il lavoro dello scultore viene distrutto ma lo stesso Igor rimane orrendamente sfigurato.
1933, New York. Mentre dal locale obitorio iniziano a scomparire cadaveri, Igor apre un nuovo museo "degli orrori" nel quale la giornalista Florence (Glenda Farrel) trova strana somiglianza tra la ricostruzione di Giovanna d'Arco e una delle ragazze scomparse alla morgue.
Titolo ispirato al racconto di The wax works di Charles Belden, costituisce anche uno dei primi tentativi di girare un film non in bianco nero, con la tecnica 2-strip Technicolor. Oltre a risaltare la bella regia di Curtiz, che conferisce al girato un taglio "espressionista" con risalto di luci e ombre, si distinguono le ottime interpretazioni tra le quali, Leone Atwill a parte, figura anche la brava Fay Wray, lo stesso anno presente anche come attrice principale nel capolavoro (anch'esso rivisitato due volte) King Kong. Questo La maschera di cera ha avuto l'onore di essere stato rifatto in seguito in più occasioni, ma la più fedele è quella del 1953, girata in 3D da André De Toth ed interpretata da Vincent Price. Il remake, soprattutto nella prima parte, riprende in maniera pressochè uguale la sceneggiatura, al punto che non solo sono presenti stessi dettagli (ad esempio le statue "distrutte" con dettaglio melting, di Giovanna d'Arco, Maria Antonietta e Voltaire) ma pure certi dialoghi, come nella sequenza all'obitorio dove, a causa del sommovimento di un cadavere dovuto agli effetti del liquido di imbalsamazione, uno degli addetti esclama: "È una donna, vuole sempre avere l'ultima parola!".
Per la recensione si è presa visione della versione con tardivo doppiaggio italiano risalente agli Anni '90, uscita in VHS (Hobby & Work), poi inserita tra gli extra, come secondo disco, della riedizione in Dvd della A e R Productions.
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