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Maciste nella terra dei Ciclopi

Regia di Antonio Leonviola vedi scheda film

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La recensione su Maciste nella terra dei Ciclopi

di mm40
2 stelle

L'ultimo discendente di Ulisse è un neonato che, finito nelle mani dell'ultima discendente di Circe, rischia di venire sacrificato dagli ultimi discendenti dei ciclopi. Maciste prende le difese del piccolo e sconfigge i cattivi.

 

La peculiarità di questa pellicola, una fra le mille totalmente simili che in quegli anni venivano sfornate senza sosta dal nostro cinema di serie B sulla scia dei kolossal americani ambientati nell'antichità, sta tutta nella scelta di raccontare una storia sì, inventata, ma su basi ben note al grande pubblico: Maciste va a combattere nella terra dei Ciclopi, infatti, per trarre in salvo l'ultimo discendente di Ulisse, un neonato finito tra le grinfie degli ultimi discendenti di Circe e dei mostri da un occhio solo. Una sorta di sequel, anzi di spin-off dell'Odissea, in pratica, con una sceneggiatura firmata da Gino Mangini e Oreste Biancoli. Antonio Leonviola fa quello che può con i pochi mezzi a disposizione e quasi commuove la dedizione alla causa del muscoloso protagonista, l'americano Gordon Mitchell, che in una scena si ritrova persino a dover sconfiggere a mani nude un leone - vero, ma vistosamente addormentato, drogato fino al midollo e incapace di reagire alle spavalde botte (simulate, si capisce) dell'attore. Altri interpreti: Chelo Alonso, Aldo Bufi Landi, Vira Silenti, con particine per Tullio Altamura e la giovane Raffaella Pelloni, in seguito meglio nota con il cognome Carrà. C'è di valido il ritmo, d'accordo, ma non si va molto oltre: gli effetti speciali scarseggiano in qualità e la storia è chiaramente prevedibile con facilità; la confezione è comunque sufficientemente sobria per gli standard del genere. 2,5/10.

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