Regia di Ray Enright vedi scheda film
Nick, direttore di uno scalcinato circo, convince un garzone di drogheria, che aveva affrontato con coraggio un leone fuggito, ad aggregarsi a loro come aiuto domatore per affiancare (e in prospettiva sostituire) il titolare sempre ubriaco: poi però la compagna di Nick si innamora del giovane, che a sua volta si innamora della sorella di Nick, che vuole tenerla fuori a tutti i costi da quel gruppo di saltimbanchi a cui lui stesso appartiene; senza contare che il domatore, cacciato definitivamente, medita vendetta. Più che un remake di L’uomo di bronzo (1937), ambientato nel mondo del pugilato, ne è la trasposizione in un contesto diverso. Il risultato complessivo è inferiore, ma i singoli attori nei rispettivi ruoli non sfigurano affatto nel confronto diretto: in particolare Sylvia Sidney, dolce e sensibile, non fa rimpiangere Bette Davis. Bogart pre Casablanca fa ancora il villain come nei film di gangster degli anni ’30, ma ha una certa oscura grandezza (del resto siamo nello stesso anno di Una pallottola per Roy e Il mistero del falco); un po’ troppo bamboccione Eddie Albert.
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