Regia di Peter Hyams vedi scheda film
La vicenda si svolge, volutamente, con lo stesso meccanismo del grande classico Mezzogiorno di fuoco. Così come Gary Cooper, il personaggio interpretato di Sean Connery non è un uomo di legge invincibile, non è privo di difetti e di debolezze (è difatti stato mandato su un satellite dove solamente personale di poco valore viene impiegato), non è indenne alla paura ed alle preoccupazioni. Ma ha dalla sua un senso del dovere e di onestà che lo porterà ad andare fino in fondo ad una missione ove oltre al pericolo, un desolante senso di solitudine avanzerà circondandolo. Il meccanismo della storia, seppure senza sfumature geniali è orchestrato benissimo, la desolazione della città mineraria (con tante analogie all'enorme nave spaziale vista qualche anno prima in Alien), nella quale gli unici svaghi sono un disco-pub e le prostitute rende più che evidente il senso di frustrazione degli operari vi lavorano. Tuttavia il Commissario O'Neal (Sean Connery) non è disposto a chiudere un occhio (o entrambi) sulle irregolarità che la compagnia mineraria continua a perpetrare, soprattutto quando cominciano ad emergere delle morti sospette.
Con un Sean Connery in stato di grazia a cui fa da contraltare il consueto Peter Boyle, che gigioneggia nel ruolo di un manager della compagnia (eccezionali i loro duetti perfidamente sarcastici), la storia sembra un gioiellino nel genere di fantascienza con, come già detto, un grande (e voluto) debito verso il classicismo del genere western (persino il fucile di O'Neal è un classico fucile a pompa con impugnatura in legno, che poco si scosta dal Winchester comunemente usato da John Wayne nel vecchio west). E chissà se il grande Paul Verhoeven si è ricordato di questo film nelle scene dei corpi che esplodono del successivo Atto di forza?
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