Regia di Arthur Penn vedi scheda film
Considerato una pietra miliare del genere gangster e soprattutto uno spartiacque dalle mille influenze per la New Hollywood in arrivo di lì a qualche anno, onestamente devo dire di aver rivisto le aspettative al ribasso. Se da un lato c’è tutta la carica pre-sessantottina (è anche l’anno de Il laureato) per cui i due protagonisti più che dei gangster sono inizialmente visti come due figli dei fiori in lotta con la propria condizione ed un sistema corrotto contro cui lottare (vengono comunque tagliati molti episodi della loro vita errabonda così come altrettante efferatezze di cui furono responsabili), dall’altra proprio questa lettura e questa chiave di recitazioni mi appaiono oggi particolarmente invecchiati male. L’evoluzione della vicenda ha una forte caratterizzazione umoristica, tra personaggi un po’ stralunati (il personaggio di Moss interpretato da Michael J. Pollar) o sopra le righe (Buck Barrow interpretato da Gene Hackman o “l’urlatrice” Estelle Parsons nel ruolo di Blanche). Le interpretazioni stra lodate all’epoca (e pressochè tutte candidate all’Oscar, la Parsons anche vincitrice del prestigioso premio) onestamente mi sono risultate spesso irritanti con una trama che si sofferma anche troppo tra l’ozio dei protagonisti impegnati in un’aneddotica ed in uno humour altrettanto invecchiati. Certo la regia riesce ad impostare delle belle sequenze: alcune scene d’azione, il meraviglioso incontro nella casa abbandonata con l’ex proprietario, un contadino rovinato dalla crisi e dall’ipoteca delle banche, che insieme a Clyde si sfoga a sparare sulla sua ex proprietà, ma anche il brutale epilogo con i corpi crivellati di colpi (chissà se Coppola non ha pensato a questa scena per girare la morte di Sonny Corleone ne Il padrino qualche anno dopo?). Da notare che proprio per il periodo il film amplificò il tasso di violenza, anche in virtù di un’esigenza di realismo che il pubblico chiedeva sempre maggiormente, tanto che il Codice Hays, ormai al tramonto, sarebbe stato definitivamente cancellato proprio dal 1968. Interessante altresì la descrizione del rapporto tra i due banditi ove apprendiamo che Clyde è impotente vedendo quindi in modo inedito ridimensionata l’immagine “forte” del bandito.
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Concordo...davvero un gran bel film.
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