Regia di Pietro Germi vedi scheda film
In un paese siciliano economicamente prostrato dalla chiusura della solfatara arriva uno sconosciuto che promette cose mirabolanti a chi vorrà trasferirsi (illegalmente) in Francia per lavoro. Molti accettano e intraprendono un viaggio che si rivela un’odissea: a Roma vengono piantati in asso dalla guida e ricevono il foglio di via dalla questura, a Parma diventano crumiri inconsapevoli, sulle Alpi sono sorpresi da una tormenta, ma riescono a raggiungere la meta. Da quando la parola “scafista” è entrata nel linguaggio comune, questo film è ridiventato di attualità per il modo sorprendentemente preciso con cui anticipa certi meccanismi: la mancanza di scrupoli di chi approfitta del disperato bisogno altrui, l’ostilità fra poveri che può però mutarsi in repentina solidarietà, la cieca indifferenza delle autorità statali. Visto nell’ottica del suo tempo, e inquadrato nella filmografia di Germi, è invece un robusto e toccante melodramma popolare costruito sulla falsariga di certi western on the road fordiani, con un triangolo amoroso fra il leader morale, la donna perduta e il fellone (Raf Vallone ed Elena Varzi poi si sposarono davvero) che viene risolto da un duello rusticano sulle nevi prima di un finale catartico, solo parzialmente guastato dal pistolotto di una voce off spuntata dal nulla.
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