Regia di Mario Monicelli vedi scheda film
Ingiustamente passato in ombra, questo lavoro di Monicelli ha persino degli elementi che lo fanno spiccare rispetto ad altri. Il viaggio nell'Italia del dopoguerra, insieme alla strampalata comitiva di caratteristi messa in scena da Monicelli, ricorda molto le atmosfere di Pupi Avati e la sua capacità di raccontare percorsi e storie attraverso le brulle campagne dell'Italia. A questo si aggiunge la capacità del regista di ironizzare, sempre con un sorriso amaro, e di creare un senso di corale raccordo tra umanità diverse e disperate. Il risultato finale è una pellicola garbata, dolce e amara allo stesso tempo, accompagnata da scenari luminosi, dallo sferragliare di un camioncino a carbone, dalle voci allegre di ragazzi senza un roseo passato nè un fulgido futuro ma con la freschezza di un timido presente. La sceneggiatura fu curata tra gli altri da Suso Cecchi D'Amico e la bellissima colonna sonora fu scelta da Renzo Arbore. Un piccolo gioiello della commedia all'italiana, come solo Monicelli e pochi altri sapevano farla.
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