Regia di Mario Monicelli vedi scheda film
La nostalgia rimane sempre in secondo piano, ma è certamente un'operazione di recupero, da parte del regista, di un passato vissuto con l'angoscia e l'ottimismo che il film riescono qua e là a trasmettere. Ogni tanto i toni si fanno più spiccatamente comici, ma per lo più si seguono i canoni della commedia all'italiana monicelliana: numerosi personaggi, varie storie che si intrecciano in un'ordinarietà che, alla luce del tempo trascorso, diventa straordinarietà come straordinaria è la vita, nel bene e nel male che la attraversano di continuo. Il regista sta per approdare agli 80, ma ha ancora la mano leggera e, come dimostrerà pure negli anni successivi, non ha affatto perso la voglia di raccontare un'Italia fatta di piccoli e grandi personaggi, profondamente umani.
Uno sgangherato gruppetto di disperati vaga nella Toscana del 1944, appena liberata dagli alleati; per sopravvivere organizza finti incontri di pugilato, più simili a spettacoli che a incontri sportivi. Attorno c'è una guerra appena finita ed un paese devastato, ma speranzoso.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta