Regia di Lucio Fulci vedi scheda film
Dopo una sfilza di film azzeccati (da “Sette note in nero” a “Lo squartatore di New York” non si scende sotto l’8 come voto personale) come solo i grandi maestri riescono a fare, Fulci inciampa sul paranormale-metropolitano.
“Manhattan Baby” è un film che vorrebbe riallacciarsi al filone delle entità misteriose e delle possessioni sui bambini. Ecco, i bambini. Con Fulci i piccoli sono utilizzati sempre in modo funzionale alla storia e mai come marionette. Anche in questo caso Giovannino Frezza e Brigitta Boccoli (che 5 anni dopo si troverà tra le grinfie di un’entità più crudele, ovvero le manacce di Gastone Moschin in “Com’è dura l’avventura”) possono essere considerati i protagonisti principali del film.
Non voglio dire che M.B. è un film giovanilistico, ma una chiave di lettura più “teen” non è assolutamente da scartare, visto il quasi-contemporaneo successo di “E.T.” e la brama dei produttori che volevano sfruttare il fenomeno e che quasi costringono Lucio a fare un film con pochissimo sangue.
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