Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film
Figuriamoci se nella raccolta delle grandi città italiane usate come sfondo per il poliziottesco, dopo Milano,Torino,Roma, Bologna,Palermo, poteva mancare Napoli (Venezia e Firenze ispiravano più i thriller o i film a tinte horror...)? Torna sulle scene il commissario Betti, alias Maurizio Merli, con tanto di baffo scuro e ciuffo biondo, giacca a quadretti e maglia a collo alto sotto, pronto a menar sganassoni e pistolettate proibite alla massa di malviventi particolarmente efferati che tormentano la popolazione, con tanto di particolari macabri in primo piano (vedi le bruttissime fini di una poverina sequestrata su un treno e quella di un collaboratore del commissario, massacrato con una palla da bowling):la regia,non nuova alla ricerca dell'effetto-shock, è quella di Umberto Lenzi, che mestiere ne ha sempre avuto ma putroppo,come ben risaputo,non ha disdegnato nessuna mossa per scuotere gli spettatori( la serie dei cannibali,con le uccisioni vere di animali,che cosa assurda...). La cosa curiosa è che nonostante il gran agitarsi di Betti, la mala riesce sempre a perpetrare le nefandezze più triste, quasi a sottolineare che l'inevitabile sporcarsi le mani oltrepassando la legge sia l'unica risposta da dare alla delinquenza:le scene d'azione non sono affatto male, ma la sceneggiatura va avanti a balzelli, preoccupandosi più che altro di strapazzare il pubblico,fino a giungere ad un finale in cui il protagonista rischia di alzare le mani dinanzi a tanta degenerazione e crudeltà. Salvo cambiare idea nell'ultimissima sequenza, incrociando gli occhi di un bambino, e continuando la battaglia.
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