Regia di Sergio Martino vedi scheda film
Un caposaldo della commedia sexy all'italiana, troppo a lungo bistrattato dalla cieca critica "sapientona e prevenuta".
Il commendar La Noce (Gigi Ballista) è preoccupato sulle sorti dell'azienda di formaggi che dirige, per l'andamento di un'indagine condotta su fiumi inquinati, la cui causa è da imputare alla produzione di Straccolone. Tramite un appoggio religioso cerca l'aiuto di un politico fortemente influente che possa annacquare l'inchiesta. L'onorevole Pedicò (Vittorio Caprioli), uomo sensibile alle belle mogli di chi ne invoca l'intervento, sembrerebbe essere la persona adatta. La Noce, grazie ai suggerimenti del fedele segretario Albertini (Pippo Franco), per evitare complicazioni familiari, accetta l'idea di sostituire temporaneamente la pudica consorte con una moglie di comodo -da "offrire all'onorevole" durante un viaggio in treno- che Albertini carica da una strada mentre quest'ultima è nell'esercizio delle sue funzioni: la bellissima Cocò (Edwige Fenech).
Sergio Martino debutta nella commedia sexy e lo fa con un film riuscito e, a dispetto del titolo, molto elegante nel quale la raffinata messa in scena si compie con il supporto di un ottima sceneggiatura e di bravi attori (ottimo, come sempre, Vittorio Caprioli). La pochade segue un percorso tradizionale con deviazioni nel grottesco garantite dalle fulminanti battute pronunciate dal balbuziente Albertini e dallo stralunato (indimenticabile) Robertuzzo, magnaccia dalle scarpe "cigolanti" cui un divertito (e divertente) Riccardo Garrone dà significativo corpo.
L'erotismo è pressoché assente, annichilito dal taglio comico del film, anche se celebre rimane la scena (effettuata con filtro occhio di pesce) del corpo della Fenech ripreso dall'alto mentre Albertini/Pippo Franco con un metro ne prende le misure per l'acquisto di un abito più adatto alle circostanze. Nonostante l'ingiusta accoglienza della critica che, all'epoca, ne declinava solo difetti in forza di un titolo poco gradito, in realtà Giovannona a coscialunga si sviluppa partendo da un presupposto critico (poi abbandonato per lasciare spazio alla commedia) mettendo in rilievo quelli che sono inevitabili intrallazzi tra poteri economici, religiosi e politici. Un tema che verrà più volte ripreso in alcuni titoli della commedia sexy all'italiana.
Curiosità
Ne Il secondo tragico Fantozzi (1976, Luciano Salce), quando il ragioniere vien costretto a sorbirsi, per l'ennesima volta, la visione de La corazzata Potëmkin (1926, Bromenosec Potemkin) cita, assieme all'Esorciccio (di e con Ciccio Ingrassia) pure questo caposaldo della commedia sexy all'italiana. A dire il vero, oltre ai due film in questione, Fantozzi menziona un titolo che si vaneggiò esistere (La Polizia s'incazza) e relativo al filone del polizi(ott)esco, all'epoca in auge nelle sale italiane.
In origine il film avrebbe dovuto intitolarsi Un grosso affare per un piccolo industriale, fortunatamente abbandonato in favore di quello definitivo, ovviamente ispirato dal precedente Quel gran pezzo dell'Ubalda tutta nuda e tutta calda. La figura dell'Onorevole interpretato da Caprioli viene riproposta, in tempi e modi diversi, dallo stesso attore anche ne L'affittacamere (1976).
Una buona fetta delle più significative pellicole a sfondo erotico-comico o commedia sexy la si deve alla penna (in sceneggiatura) di Francesco Milizia: nome che troverete sui titoli di testa di almeno una quarantina di pellicole tra le quali, oltre a Giovannona coscialunga, alcune apripista di sottofiloni quali L'insegnante, La liceale e Classe mista. Francesco Milizia è finito per restare nome legato ad una fetta significativa di pellicole ascrivibili alla commedia sexy nostrana.
Giovannona coscialunga è stato distribuito in Dvd in una pregevole edizione tagata Alan Young. La pellicola, restaurata, è stata proposta nel formato 2.35:1 con buona traccia audio (ma è meglio evitare la rielaborazione in 5.1). Nobilita l'edizione l'audiocommento di Sergio Martino per tutta la durata (1h30m02s) del film.
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