Regia di Sergio Martino vedi scheda film
“Giovannona Coscialunga disonorata nell’onore” è uno dei titoli più famosi della commedia pecoreccia all’italiana. Datato 1973, questo film si segnala per essere un vero feticcio degli amanti del genere (dal cast, alla trama tutto è esemplificativo di quelli che saranno i film del successivo quindicennio con protagonisti quali Alvaro Vitali, Renzo Montagnani e Lino Banfi). Poche battute memorabili, soprattutto provenienti dalla bocca del simpatico Albertini (interpretato da un Pippo Franco in grande spolvero), assistente del commendator La Noce (Ballista) a cui occorre trovare una sostituta alla pudica e attempata moglie, da sottoporre alle grinfie del subdolo onorevole Pedicò (Caprioli), per risolvere una bega burocratica.
Tante situazioni tipiche, basate sul triangolo classico “lui, lei e l’altro” e qualche equivoco a complicare ulteriormente le cose. Sul piano artistico è poca cosa, tuttavia la prepotente affermazione della Fenech (che qui bissa il successo del precedente ed altrettanto famoso “Quel gran pezzo dell’Ubalda, tutta nuda e tutta calda” girato pochi mesi prima) rappresenta il detonatore di un cinema di successo per l’epoca e storicamente importante oggi non solo perché ispiratore di numerosi epigoni (si pensi alla protagonista femminile di “I mitici – Colpo gobbo a Milano”, in cui la Bellucci rifà velatamente il verso a Giovannona Coscialunga), ma soprattutto perché rappresentativo, nel bene o nel male di un’epoca.
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