Regia di Sergio Martino vedi scheda film
Milano,Roma,Napoli,un pò anche Torino,ricorrevano nei titoli degli anni più furenti e premiati dal pubblico del poliziottesco.Qua,un poliziotto dai metodi tosti,che non si fa paralizzare nè dall'orrore delle malefatte dei delinquenti che persegue (qui uccidono addirittura una bambina,dopo aver sparato a suo padre,davanti a lei),e neanche,figurarsi,dai cavilli e dai freni di burocrazia e piani alti della Legge,si infiltra in un gruppo malavitoso,sospettando che non si tratti solamente dei soliti malviventi che puntano a rapinare,uccidere e incassare.Il progetto è più ampio,e coinvolge personaggi insospettabili.Luc Merenda,che rientra nei canoni dello sbirro fisicamente tonico e dall'espressione da duro sempiterna,ci dà dentro,mena come un matto,seduce fanciulle perdute,che discettano anche di ideali e di rivoluzioni,gioca di fino con i doppiogiochisti,e attua i propri piani,gettando,schifato,la pistola nel finale,e andando incontro alle proprie responsabilità.Luciano Martino gira bene le scene d'azione,con un inseguimento a rotta di collo,tirato allo spasimo,e un abbozzo di presa di coscienza politica che rammenta la presa di distanze dal vigilantismo duro e puro che,più o meno,in parallelo,fece Clint Eastwood in "Una 44 Magnum per l'ispettore Callaghan".Richard Conte impersona un villain carismatico,che nelle scene d'azione viene sostituito da un'evidentemente più in forma controfigura meno stagionata,e il film,benchè similare ad altri prodotti del genere,non annoia,nè irrita,nonostante certe uscite fin troppo spicce.Certo,Merenda non è Eastwood,ma si è visto ben di peggio....
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