Regia di Sergio Martino vedi scheda film
Dopo un esordio nel segno del thriller-imitazione Argento, Martino tenta la carta del polizi(ott)esco-imitazione Di Leo (Milano calibro 9, 1972); eccolo qui alle prese con un truce commissario che crede nella giustizia rigorosamente privata, quella assoluta e possibile solamente oltrepassando e mettendo a tacere la legge. Sarà (e lo è già, anzi) un canovaccio straripetuto in quegli anni e lo sceneggiatore Ernesto Gastaldi ne sa(prà) qualcosa, firmando parecchi copioni di questo stampo; ritmo e azione sono le principali componenti e Martino in questo campo non è neppure male. Ma la scelta dell'inespressivo Luc Merenda come protagonista è francamente penalizzante; o meglio lo sarebbe se ci si potesse aspettare qualcosa di più da questa pellicola. Ma la denuncia, l'atto civile non sfiora neppure per un attimo Milano trema, più simile a un fotoromanzo violento (e molto, e anche volgare nei dialoghi, perciò apprezzabilmente 'verista') che a un film-pamphlet, e che infatti si rifà già dal titolo direttamente alle contemporanee pagine di cronaca nera. Nel cast anche Silvano Tranquilli e Martine Brochard. Mezzo voto in più per la bella colonna sonora: è opera dei fratelli De Angelis, ispirati per ogni genere di commento musicale. 3/10.
Due ergastolani evadono e il commissario Caneparo, per evitare una strage, li uccide. Caneparo viene allontanato dalla polizia, ma tanto meglio: potrà vendicare la morte di un suo ex collega infiltrandosi in incognita in un'organizzazione criminale.
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