Regia di Sergio Martino vedi scheda film
La Milano sporca,violenta,alla "puzza" di terrorismo.
Ombre di "Strategie della tensione" in appartamenti borghesi abitati da funzionari di polizia.
"Milano trema: la polizia vuole giustizia",titolo ruvido e intriso di cinema "b" anni 70.
Sergio Martino,un abile mestierante che mette in scena un "vivido" periodo dell'Italia,lo fa spostando l'asse registico in azioni tumultuose e violente,prodigate da un duro poliziotto al volto di Luc Merenda.
E' la Milano post "piazza Fontana",dove il respiro si fa asfittico, dominata da rapinatori e dottori "faccendieri",reazionari con l'obiettivo di "terrorizzare",cercare "l'ordine" attraverso il disordine.
Siamo di fronte all'onesta' di una pellicola di genere,senza pretese,dove l'invettiva politico/sociale,vive nel sotterfugio dell'
azione gratuita.
Sergio Martino non è Rosi o Petri e tutto cio' è innegabile,non esiste la poetica polemica,ne uno sfondo grottesco a sottolineare l'abbietto pensiero d'una parte delle istituzioni.
Esiste pero' un limbo da "action" puro e apprezzabile,in inseguimenti da antologia e nel ritmo serratissimo.
Seppur vi è una "trama politica" essa si perde in congetture piu' da intrattenimento che da riflessione.
Nonostante cio' il film regge abbastanza bene l'impatto,nella figurazione scenica molto urbana e violenta.
Immancabili pugni,sparatorie e accenni di centri sociali e sesso libero.
Un corollario da cinema povero ed imbastito con scarne economie,ma proprio percio' rimirabile in fasi dove l'adrenalina è padrona assoluta.
La polizia "settantiana" vuole giustizieri,seppur subordinati da "ombre nere",dalla visione fascistoide.
Milano è come sempre la padrona incontrastata d' un genere cinematografico,rozzo nei mezzi,da performance attoriali comprovate,dove Richard Conte è il viscido "colletto bianco" e Luc Merenda lo sbirro duro e intransigente.
Personaggi disillusi,violenti e macchiavellici,dove la differenza la fa un azione potente nella regia e "Luridamente urbana" nella presenza scenica........
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