Regia di Billy Wilder vedi scheda film
"Prima pagina" è tratto da una famosa commedia teatrale di Ben Hecht e Charles MacArthur che era stata già adattata due volte da Milestone e da Howard Hawks in "La signora del venerdì", considerato da diversi critici uno dei capolavori della commedia anni Quaranta. Il rischio che una nuova versione potesse deludere era assai concreto, ma Billy Wilder ha evitato il pericolo con un'opera compatta che solo apparentemente cede alle convenzioni del "teatro filmato", ma che in realtà è puro cinema grazie ad un ritmo dell'azione scatenato che non prevede tempi morti, a dialoghi serrati caratterizzati dal tipico humour wilderiano caustico e corrosivo, e ad una perfetta direzione degli attori dove spicca la coppia formata da Jack Lemmon (l'attore preferito del regista) insieme a Walter Matthau, che l'aveva affiancato già in Non per soldi... ma per denaro. Nel ruolo del reporter Hildy Johnson, Lemmon recita efficacemente su un registro di sovreccitazione febbrile, mentre Matthau è altrettanto bravo nei panni del cinico direttore del giornale; la satira sul cinismo dei giornalisti e la corruzione della politica non ha la stessa risonanza rispetto alla spietata denuncia de "L'asso nella manica", ma naturalmente è più divertente. Fra i caratteristi spiccano il bravo Austin Pendleton nel ruolo del timido e pacifico condannato a morte, una giovane ma già grintosa Susan Sarandon come fidanzata di Lemmon e un ottimo David Wayne, attore generalmente poco valorizzato. Il film fu l'unico a riscuotere un certo successo fra le opere della fase conclusiva della carriera di Wilder, che in genere era contrario a girare dei remake, ma in questo caso fece un'eccezione. Il protagonista Jack Lemmon sostenne che, secondo lui, ci sarebbe voluta una maggiore improvvisazione nei dialoghi, che avrebbero necessitato dell'effetto dell'"overlapping dialogue", ovvero delle voci che si sovrappongono e si accavallano come nei film di Robert Altman, ma questo fu impedito da Wilder che pretese che il copione venisse rispettato alla lettera. Nel complesso, un film ancora graffiante a distanza di tanti anni dalla sua uscita.
voto 8/10
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