Regia di Billy Wilder vedi scheda film
Rispetto a La signora del venerdì, Wilder ripristina il sesso maschile del personaggio di Jack Lemmon e sostituisce il fascinoso Cary Grant con l’ispido Walter Matthau; dopo di che picchia duro sul cinismo dei giornalisti (argomento su cui aveva già detto la sua in L’asso nella manica), disposti a tutto per uno scoop, e sull’uso strumentale della giustizia da parte dei politici, pronti a mandare un uomo sul patibolo per un pugno di voti. Matthau offre una grandissima prova nel ruolo di un personaggio assolutamente amorale, senza altra preoccupazione che quella di trattenere il proprio dipendente a ogni costo: nel beffardo finale, quando il pubblico crede che abbia finalmente compiuto un gesto disinteressato, si scopre che era invece uno dei suoi soliti trucchi. In mezzo a tanti prevaricatori, è evidente fin dal loro apparire che gli unici innocenti sono l’anarchico condannato a morte e la prostituta che se ne è presa cura: i poveri diavoli a cui va tutta la simpatia di Wilder. Divertenti i titoli di coda, che annunciano il destino futuro dei personaggi (apprendiamo fra l’altro che Matthau andrà a insegnare etica professionale...).
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