Regia di Orson Welles vedi scheda film
L'istinto cavalleresco può causar guai,talvolta,e ne sa qualcosa il protagonista de "La signora di Shanghai",classico cult di Orson Welles,celebratissimo dagli amanti del noir e anche dai semplici cinefili.Salvata una bionda procace da tre figuri che parevano aver cattive intenzioni in un boschetto durante una passeggiata serale,il marinaio Michael prende la classica cantonata per la bella donna,moglie di un avvocato,e,nella più classica tradizione del nero in cinema,rimane invischiato in una trama pericolosa,e probabilmente mortale.Ma d'altra parte,come resistere ad una tentazione splendida come la donna che squarciò gli schermi e l'immaginario erotico maschile,seppur bionda platino nell'occasione?Welles,in uno dei suoi film più raccontati,imitati e visti,sta davanti e dietro la macchina da presa,muovendosi sempre con carisma e intuizione da entrambi i lati,però,se devo essere onesto,riconosco al film un ottimo livello,ma per esempio,"L'infernale Quinlan" mi è parso superiore,sia nel racconto che nella regia:è un buon film,con due scene superlative,quella dell'incontro nell'acquario,e tutto il quarto d'ora finale,che sposano,tutte e due,una linea onirica di rara potenza,sublimando l'innamoramento a stato sognante,e confondendo lo spettatore con un gioco visivo straordinario.Con questo,certo,siamo a livelli molto alti,cinematograficamente parlando,ma nella lunga galleria dei cult assoluti,questo non lo includo tra i miei preferiti.
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