Regia di Orson Welles vedi scheda film
Orson Welles è un grandissimo ladro.Mi ha rubato la Hayworth dal mio immaginario(ma penso anche da quello di molti altri) sostituendo quel turbine di capelli rossi e sensualità che ammiccava ballando e cantando Put the blame on Mame togliendosi i lunghi guanti in un vortice di soffuso erotismo,con questa donnetta azzimata con i capelli corti e biondi,le labbra piccole serrate quasi in una smorfia.L'epitome della donna magari anche bella ma che non colpisce.L'altra invece ti passava sopra come un Caterpillar,non potevi fare a meno di notarla e di prostrarti al suo culto.Ammetto lo shock è stato forte.Difficile giudicare un opera come questa così inserita nel mainstream hollywoodiano eppure così capace di slanci visionari degni del miglior Welles.E'un film fatto con le regole delle majors che ha uno scheletro da noir,voce fuori campo compresa,contiene una figura di dark lady che viene destrutturata strada facendo,c'è il solito intrigo di soldi,avventura e delitti che piace tanto al pubblico.Forse meno al suo autore,attratto da altre cose.E'evidente come Welles non sia interessato all'intreccio,lo tratti quasi male.Si interessa di più alle suggestioni,all'atmosfera,ai rapporti tra i vari personaggi. Il suo personaggio,quello del marinaio che salva la vita della suddetta signora è forse il più debole:sveglio ma non troppo,coraggioso ma che capisce tutto sempre in ritardo,con un passato misterioso e ingombrante e un presente carico di incognite.Un personaggio forse troppo stereotipato.Detto della dark lady che ogni volta che la vediamo cerchiamo di distogliere lo sguardo il film viene praticamente divorato dal personaggio del marito della Hayworth,un avvocato zoppo di grande successo e dal suo socio in affari,vera incarnazione di untuosità.E il nostro marinaio si trova al centro di una macchinazione neanche troppo celata.Il film è celebre soprattutto per il finale nella stanza degli specchi in cui Welles scatena tutti i suoi ormoni visionari:la frammentazione delle prospettive dei personaggi coincide con la frammentazione del punto di vista dello spettatore(e questo è evidente nell'ultimissima parte della sequenza in cui ,infranti ormai tutti gli specchi la visione rimane frammentata con finte crepe che compaiono sullo schermo).Ma non sono da meno le sequenze poco prima della sala degli specchi,l'incontro all'acquario con i giochi di ombre e luci,le sequenze al teatro cinese.Tutto di Welles al 100%.Ma stavolta il nero perde.La dark lady viene lasciata a terra con pochi istanti di vita da vivere,ultima testimonianza vivente di un mondo di pescecani e il nostro marinaio se ne va solo,libero per le vie della città.L'esatto contrario dell'archetipo del finale di ogni noir che si rispetti....
i suoi romoni visionari si scatenano in un finale bellissimo visivamente
forse il suo è il personaggi più debole
recita,ma si cerca di distogliere lo sguardo...
ottimo
molto bravo
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