Regia di Orson Welles vedi scheda film
Opera ritenuta (non del tutto a torto) fra le minori di Welles regista, La signora di Shanghai è un sostanzioso noir in cui il triangolo marito-moglie-amante si arricchisce di un quarto personaggio, il socio del marito, intrigante fino al midollo e causa di una serie di doppi giochi a catena da parte degli altri tre. I meccanismi di regia di Welles girano comunque tutti nel verso giusto (celebre è la scena finale nel salone degli specchi del luna park, metafora dei rapporti concreti fra i protagonisti) e la tensione sale fino al punto voluto, creando un finale fondamentalmente lieto, antieroico (il personaggio di Welles è il 'buono', ma è pur sempre un individuo losco, un truffatore, un adultero) e, probabilmente senza intenzione, misogino.
Uno scaltro marinaio viene ingaggiato dalla moglie di un avvocato per fare una traversata in barca con lei, il marito ed il socio del marito. In mare cominciano gli intrighi: il socio propone al marinaio una truffa all'assicurazione che prevede la scomparsa del socio e la dichiarazione da parte del marinaio di esserne l'assassino. In questo modo l'assicurazione paga comunque ed il delitto non può essere punito per mancanza del cadavere. Ma le cose non vanno proprio così: tutti i protagonisti sono in realtà doppiogiochisti.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta