Regia di Tod Browning vedi scheda film
E' un film che fa rivalutare qualsiasi concetto di 'normalità' si possa avere in mente. La dignità è alla base dell'essere umano e da questo assunto prende piede il lavoro di Browning, teso a descrivere la solidarietà di una sorta di 'casta' all'incontrario, di una confraternita di reietti sociali che sopravvive anche grazie alla salvaguardia di sè stessa messa in atto dai propri membri. Con ogni mezzo: spietatamente i freaks si vendicano sulla bella, ma ignobile trapezista ed è davvero impossibile non tendere dalla loro parte, non prenderne idealmente le difese. Che la 'punizione' consista nel diventare realmente 'una di loro' è poi una messa in scena dell'ironia della sorte. E' anche, vista a livello macroscopico, una metafora del potere (ricordiamo lo scenario politico mondiale nel 1932: non per nulla nazismo e fascismo rifiutarono la pellicola) e della vita (come un grande circo, nulla di particolarmente fantasioso, ma ben funzionale). Mutilato a sua volta nella durata per la crudezza delle immagini, oggi ci appare come un film della durata di appena un'ora.
In un circo, in cui vengono esposti freaks di ogni tipo (uomini senza gambe, donne barbute, persone con evidenti deformità), un nano lascia la sua piccola compagna per mettersi con la bella trapezista. Ma lei lo ha ingannato: vuole solo i suoi soldi. E glielo rinfaccia anche, sprezzante; ma a quel punto si compie la solidale vendetta dei freaks.
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