Il regista inglese Derek Jarman, (Wittgenstein) ammalato di Aids, racconta il proprio dramma. Mentre parla, lo schermo resta costantemente virato in blu, di un particolare tipo di blu come quello utilizzato dal pittore Yves Klein, amico del regista, perché, come disse Jarman, "Il virus è invisibile, solo i suoi effetti sono visibili". Allo schermo blu si associa la voce del regista, alcuni rumori domestici (la lavatrice, il frigorifero) e la musica di Simon Fisher Turner. Derek Jarman è stato uno dei più geniali e innovatori registi della scena inglese, soprattutto per la virulenza delle sua messe in scena e l'estremismo del suo discorso. In Blue libera l'immagine dissolvendola per poter più liberamente rappresentare non tanto la sua malattia, quanto l'universo nel quale precipita l'ammalato.
Le confessioni di Derek Jarman malato di AIDS veicolate da uno schermo sempre inesorabilmente blu. Un'esperienza quasi insostenibile per lo spettatore, ma che riesce a coinvolgere ed emozionare.
Il testamento cinematografico di Derek Jarman è questo “Blue”, opera che si svolge visivamente solo con uno schermo di colore blu (precisamente l’International Klein Blue) e che, tra voci narranti e la suggestiva colonna sonora di Simon Fisher Turner, vede riflessioni sull’AIDS, la malattia che colpì il regista, la vita e la morte. Un’opera… leggi tutto
Ma come si può definire un capolavoro come questo? Se fosse stato un vero e proprio documentario allora poteva essere un grande film. Una schermata blu che rovina solo la vista dello spettatore. Il regista affronta la sofferenza in maniera seria e realistica. Molto bella la colonna sonora leggi tutto
Forse è soltanto una questione di ricezione, vediamo i vecchi film col senno di poi e ci piace leggere qualcosa che era solo in potenza oppure nemmeno considerato nel mentre in cui furono realizzati. Non tutti…
Un omaggio a Kieslowski e non solo... Partendo dalla sua memorabile trilogia, uno sguardo al cinema Blu, Bianco e Rosso. Solo un gioco. Cominciamo con il colore del mare, dei Puffi e degli occhi della donna che abita i…
Il testamento cinematografico di Derek Jarman è questo “Blue”, opera che si svolge visivamente solo con uno schermo di colore blu (precisamente l’International Klein Blue) e che, tra voci narranti e la suggestiva colonna sonora di Simon Fisher Turner, vede riflessioni sull’AIDS, la malattia che colpì il regista, la vita e la morte. Un’opera…
Se il cinema è immagine ( blue, derek jarman ) in movimento ( la jetée, chris marker ) e parola ( film, alan schneider - boris kaufman - samuel beckett - buster keaton : " …
Ma come si può definire un capolavoro come questo? Se fosse stato un vero e proprio documentario allora poteva essere un grande film. Una schermata blu che rovina solo la vista dello spettatore. Il regista affronta la sofferenza in maniera seria e realistica. Molto bella la colonna sonora
Se vogliamo affrontare banalmente (ma neanche tanto, anche la narrazione vuole la sua parte per lo spirito dello spettatore!) il film diciamo che ha il grosso pregio di non annoiare mai nonostante si veda solamente uno schermo blu (non annoia perch'è le parole sono emozionanti e ci sono pure effetti sonori notevoli -bombe, etc.). Valutiamo invece adesso una analisi della pellicola. Il blu…
Che disgusto. Ho dovuto trattenere a stento lacrime di rabbia e di sdegno quando ho ascoltato per la prima volta questo pezzo qui: http://www.youtube.com/watch?v=m4ZbeFMGYyQ ...quando poi ho scoperto che una giuria…
Non vedenti, a volte anche invisibili. Una moltitudine come in Cecità, il film di Mereilles tratto dal lavoro del premio nobel Saramago, o solitari e disperati come la protagonista di Dancer in the Dark, una…
Cinema e pittura condividono lo stesso paradosso espressivo: fare di uno spazio chiuso (il quadro) il luogo della rivelazione permanente. Piccole illusioni di infinito. NB- Questa è una playlist a sei mani: Jay…
In quest'opera, la sottrazione dell'immagine non scaturisce, come altrove, da un provocatorio rifiuto dell'autore di declinare il proprio pensiero in sequenze cinematografiche, bensì fa parte integrante della suggestione narrativa. Lo schermo monocromatico è la trasposizione diretta della visione di Jarman, malato terminale di AIDS e condannato da un'infezione retinica ad una progressiva…
Proiezione mentale color blu mistero, flusso continuo di pensieri, musica, rumori e ricordi, disperato bisogno di comunicare con un'unica estenuante immagine, simbolo di malattia e solitudine, fredda come la morte imminente: film tanto astratto quanto concreto, sconvolgente, lirico, sconcertante.
La colonna sonora
Onirica, avvolgente.
Diciannove bellissimi quadri dipinti di nero. Le estasianti forme prospettiche in essi tratteggiate erano poco più che diceria da vicolo. Non che mancassero, sia ben inteso, semplicemente NON erano visibili. E ciò…
Nietzsche sarebbe stato anche un buon pensatore.. poi conobbe Ragiontravolta e si dedicò alla vendita di castagnaccio in Germania. Ora, che maurizio costanzo sia IL Male non mi pare vi siano dubbi.. un uomo specchio…
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Commenti (3) vedi tutti
"L'immagine è una prigione dell'anima". Cos'è allora il cinema? Forse un mezzo per rievocare ben più potenti immagini interiori. Un'opera eccezionale!
commento di Marsil_Claritzuno dei film più belli, coinvolgenti e appassionanti che io abbia mai visto, ben narrato e ben recitato. da vedere assolutamente.
commento di Gulliver76Le confessioni di Derek Jarman malato di AIDS veicolate da uno schermo sempre inesorabilmente blu. Un'esperienza quasi insostenibile per lo spettatore, ma che riesce a coinvolgere ed emozionare.
commento di HarryLime