Regia di Andrew Davis vedi scheda film
Costruito sulla solitudine e sullo sguardo spaesato di eterno perseguitato di Harrison Ford, sulla sua aria normale quando si mimetizza tra la folla, il film strizza l'occhio agli intrighi nei quali l'attore è stato coinvolto nel passato. Soprattutto alle ossessioni di Blade Runner, nelle insistite riprese aeree dei grattacieli illuminati, nel corpo a corpo finale sul tetto con un cattivo interpretato da un attore di origine tedesca, nell'atmosfera prevalentemente notturna e claustrofobica. Ma naturalmente Il fuggitivo non è Blade Runner, è un onesto film d'azione, dove un evaso insegue un assassino che non conosce e un poliziotto dà la caccia all'evaso. Ritmo addirittura sovraeccitato, qualche scena spettacolare molto ben realizzata (il treno che deraglia, il tuffo nella diga), bellissime riprese di Chicago. Ma la cosa migliore resta la sceneggiatura, l'inventiva con cui il protagonista braccato si improvvisa detective, la sua astuzia quando si mescola anonimo tra la folla. Bella la scena della parata di San Patrizio, tutta giocata al gatto col topo, senza effetti speciali e trucchi. E finisce che il gatto diventa quasi un personaggio più simpatico (e più curioso) del topo: forse perché la sua fisionomia è più nuova, forse perché la sua energia è dirompente, Tommy Lee Jones nella parte del poliziotto ruba spesso la scena al divo Harrison Ford. E' l'attore meno prevedibile del film.
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