Regia di Giacomo Gentilomo, Sergio Corbucci vedi scheda film
Una strana coppia di registi: Gentilomo si è affermato nel melodramma da un paio di decadi, mentre il più giovane Corbucci ha all'attivo qualche commediola innocua, per lo più a sfondo sentimentale. Allo stesso modo l'abbinamento dei generi (peplum + fantascienza/horror) è quantomeno sorprendente, ma già il titolo è di per sè programmatico per questo lavoro di pochi mezzi, ma tanta fantasia. I punti deboli sono i soliti per questo tipo di prodotto, filmetti che nascevano come riempitivi alimentari e realizzati in maniera seriale per poter sfruttare al meglio le complesse scenografie, che vivevano dell'aitante gloria dei muscoli del belloccio protagonista (qui c'è l'ex Tarzan Gordon Scott, che sarà presto un habituè del filone mitologico) e delle grazie della sua adeguatamente appariscente compagna (Gianna Maria Canale, un'altra esperta di ruoli simili). Gli effetti speciali, come vuole la tradizione del genere, fanno più ridere che emozionare o entusiasmare; c'è un'ingenuità di fondo nella trama - sceneggiatura di Corbucci e Duccio Tessari - che fa quasi tenerezza (anche per i tempi non doveva trattarsi di un lavoro molto intrigante). Montaggio di Eraldo Da Roma e musiche di Angelo Francesco Lavagnino, già collaboratore di registi del calibro di Monicelli, Zampa, Lizzani, Clement e quell'anno autore di 14 colonne sonore, delle quali la metà erano per film a sfondo mitologico o di fantasia. 4/10.
Un megamostro-vampiro ha bisogno di sangue di donne ed assalta il villaggio del nerboruto Maciste; Maciste giura vendetta: e vendetta sarà.
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