Regia di Vittorio De Sica, Federico Fellini, Luchino Visconti, Mario Monicelli vedi scheda film
Quattro episodi dal tema, almeno potenzialmente, boccaccesco. 1 (De Sica) Per pagare i debiti, la titolare di un baraccone da fiera si offre come premio per una lotteria; vince il sagrestano. 2 (Fellini) Un fanatico moralista si vede installare davanti alla casa un enorme cartellone pubblicitario con Anita Ekberg in posa provocante. 3 (Visconti) La moglie di un nobile coinvolto in un giro di ragazze squillo decide di farsi pagare per fare sesso. 4 (Monicelli) I primi passi di una coppia di sposini, alla ricerca di un po’ di intimità e costretti a nascondere il loro matrimonio per non essere licenziati dalla ditta in cui lavorano. Considerando l’impressionante spiegamento delle forze in campo (oltre ai registi, tra gli sceneggiatori figurano nomi quali Zavattini, Flaiano, la Cecchi d’Amico e Calvino), il risultato è pressoché fallimentare. Solo Monicelli raggiunge la sufficienza; gli altri, soprattutto Fellini, si limitano a tornare su temi a loro congeniali (la vitalità popolare, l’ossessione per le donne, i vizi dei ricchi) ricalcando la propria maniera senza nessuna fantasia: sono tre ideuzze tirate in lungo fino a raggiungere una durata spropositata, che niente giustifica. All’interno delle rispettive filmografie, i singoli episodi hanno un valore trascurabile.
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