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La terza generazione

Regia di Rainer Werner Fassbinder vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La terza generazione

di trebby
10 stelle

La storia di un industriale nella Berlino del 1978 che produce software per schedare i terroristi della RAF. Dopo la morte di Ulriche Meinhoff e di Andreas Baader la RAF subisce una battuta d'arresto, l'industriale temendo di rimetterci di tasca propria assolda un fantomatico latitante per organizzare una cellula eversiva. Il film vuole essere una satira sociale e di costume sulla deriva ideologica dell'eversione rossa tedesca orfana di Baader e Meinhoff, i terroristi sono degli imbranati bonaccioni pericolosi più per se stessi che per gli altri e mossi da un sentimento di rivalsa personale più che dal desiderio di una rivoluzione marxista leninista. C'è la moglie del banchiere seviziata dal marito, il commesso del negozio di dischi vessato dal principale, la tossicodipendente, il fighetto rozzo e profondamente maschilista, la segretaria ''del nemico'', il giovane timido rampollo della ''Berlino bene'', i due militari ed infine il fantomatico doppiogiochista. Nessuno di loro ha idea di chi sia stato Karl Marx e nessuno di loro è comunista. Infine c'è il commissario padre di uno dei terroristi che rivolgendosi all'industriale enuncia tutto il senso del film:''ho fatto un sogno, i capitalisti creavano il terrorismo per convincere lo stato ad assecondare i loro interessi''.

Sulla trama

Parodia dei terroristi rossi tedeschi dei tardi anni 70 e della loro povertà di idee, mezzi, scopi ed obiettivi. Ne scaturisce un fil grottesco, caricaturiale che sembra uscito dal pennello di Durrer o dalla penna di Tommaso Moro quando confrontava filosofi e mercenari. Alla fine i terroristi mascherati in occasione del martedì grasso rapiranno l'industriale che avrà così raggiunto il suo scopo.

Su Rainer Werner Fassbinder

Fassbinder crea una satira di costume e di società crudele, spietata, spiritosa ed esilarante. Il regista spinge sull'acceleratore del grottesco sopratutto quando descrive la famiglia del commissario. Ogni personaggio è ''un universo'' che il regista mostra allo spettatore. Strepitosa la scelta della madre del regista che interpreta la nonna di uno dei terroristi, una donna borghese che sembra vivere in ''un'altra galassia''.

Su Hanna Schygulla

Diretta dalla mano di un maestro come Fassbinder.

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