Regia di Rainer Werner Fassbinder vedi scheda film
Detto con una parola che non mi è mai piaciuta, ma che veniva usata alcuni anni fa e che è stata resa immortale dal Fantozzi di Villaggio, per me questo film è una boiata: lento, verboso, inconcludente. Come rileva Davide Ferrario nel suo Castoro su Fassbinder, il film «ogni tanto smarrisce la sua intenzione a causa degli eccessivi stimoli intellettuali che raccoglie e produce». Basterebbe citare in proposito la parola d'ordine della cellula per dare il via all'azione terroristica, che è «il mondo come realtà e come rappresentazione», o i brani di opere di Bakunin letti dal personaggio von Stein. Nella sterminata produzione cinematografica di Fassbinder, continuo a prediligere i primi film, come "Katzelmacher" (1969), "Warum Läuft Herr R. Amok?" (1970), "Il soldato americano" (1970), "Martha" (1973) e "Voglio solo che voi mi amiate" (1976). Questo pastiche (o meglio, pasticcio) grandguignolesco - sono ancora parole di Ferrario - non ha altri meriti che riproporre come in un defilé i migliori attori del cinema fassbinderiano, dai consueti Spengler, Bohm, Baer, Carstensen alla Schygulla, appena reduce dal "Matrimonio di Maria Braun", fino alla buñueliana Bulle Ogier, al godardiano Constantine e al Vitus Zeplichal di "Voglio solo che voi mi amiate".
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta