Regia di Gianni Amelio vedi scheda film
Un film tanto controverso quanto affascinante questo "Colpire al cuore" di Gianni Amelio, cartina al tornasole di una stagione del terrorismo al suo crepuscolo (e, quasi come una profezia del cambiamento incipiente, quel pallone preso a calci nel finale sembra mostrare la svolta di un Paese che passò dal clima cupo all'esaltazione del Mondiale vinto nello stesso '82). Su tutto comunque domina il rovesciamento dei ruoli, un padre dal passato e dal presente compromessi in qualche modo con la lotta armata, ed un figlio "giovane-vecchio", stretto nel suo golfino con cravatta ad ascoltare dischi di musica classica su un vecchio grammofono, ed a cercare quel padre che gli era sempre sfuggito, fino ad inchiodarlo suo malgrado alle proprie responsabilità e manchevolezze. Così il tardivo tentativo del genitore di ricostruire un rapporto si dimostrerà effimero e inefficace, riportando entrambi su strade divergenti e parallele. Non sorprende che il film allora sia stato molto criticato ed in parte ostacolato dalla stessa Rai che ne era produttrice, ma va dato merito ad Amelio di aver saputo ribaltare con capacità e senza eccessi retorici quel tema dei cattivi maestri che mai come in questo caso finiva per intersecarsi con la vita comune ed i rapporti familiari più stretti.
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