Regia di Gianni Amelio vedi scheda film
Le ideologie caritatevoli e le anime di piombo con soldatini annessi.Sbaglia chi dice che questo film è un film sugli anni di piombo italiani e sbagliarono all'epoca tutti quei catoni censori di destra e di sinistra che accusarono il film di ambiguità e di non prendere una posizione netta contro il terrorismo.Questo film non parla di terrorismo,o di azioni violente contro lo Stato,di negazione della democrazia.Questo film parla d'altro,parla dei rapporti tra persone,tra un professore universitario che aiuta una sua ex allieva il cui compagno è stato ucciso in un azione terroristica(qualcosa a metà tra la carità e l'empatia) e parla soprattutto del rapporto tra un padre e un figlio.Un rapporto niente affatto risolto,in cui esplode il conflitto latente tra i due e Amelio per non essere tacciato di filoterrorismo ribalta l'assunto secondo cui i figli sono sempre più rivoluzionari dei padri.Qui è il padre il più vicino a ideologie non conformate,mentre il figlio dal punto di vista ideologico durante tutto il film non sembra carne nè pesce,sembra il classico ragazzotto della sua età con pochi grilli per la testa.Poi la svolta e un finale asciutto ma di durezza lancinante.Il dilemma che ci pone Amelio è di quelli da far tremare le vene nei polsi:se ci accorgessimo che un nostro caro commette reati di una certa importanza,saremmo disposti a denunciarlo?Qui il padre,il professore pecca più che altro di omissione,aiuta una sua ex alunna in difficoltà.Il figlio fotografa e lo incastra denunciandolo.Il tutto senza dire una parola ,il gelo che cala tra un padre e un figlio,un muro di silenzio,una ricerca di comunicazione abortita sul nascere.Il tono generale del film è quieto,controllato,con una sola esplosione d'ira prima del finale.E formalmente l'esordio di Amelio si fa ricordare per stile già sicuro,con delle sequenze che incidono(tutta quella del finale con la macchina da presa che guarda attraverso un vetro rotto).Giovanissima la Morante,acerba, più che parlare sussurra....
ok
non male
più che parlare sussurra
ragazzino abbastanza molle all'apparenza ma capace di recitare
molto misurato
già denota grande padronanza del mezzo espressivo
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