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Animal Crackers

Regia di Victor Heerman vedi scheda film

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La recensione su Animal Crackers

di giampy
8 stelle

Senz'altro uno dei migliori film dei fratelli Marx. Tratto da una fortunatissima commedia teatrale che gli stessi fratelli avevano portato qualche anno prima a Broadway, la pellicola si presenta come un concentrato di ironia e sagacia, con un regista che si limita solamente a ritoccare minimamente la sceneggiatura per adattarla al grande schermo, ma con un cast di tutto rispetto. Oltre ai tre frizzanti fratelli infatti (Zeppo ci poteva essere come non essere), spiccano una raffinata e spiritosa Margaret Dumont, nel ruolo che più le si confaceva, ovvero quella della matrona d'alta società preda delle smanie arriviste e lucrative di Groucho, e un ottimo Louis Sorin che fa da sardonica ed elegante spalla dei tre fratelli. Da vedere assolutamente.

Sulla trama

Mrs. Rittenhouse (Margeret Dumont) tiene un elegante party nella sua villa, il cui elemento saliente sarà l'esposizione del famoso quadro "Dopo la caccia" di Beaugard, del noto milionario Roscoe W. Chandler. Altra importante attrattiva della festa sarà la visita di un noto esploratore, il bizzarro capitano Jeffrey T. Spaulding (Groucho). La scomparsa di quel quadro sarà il leit-motif della storia, ma il capitano insieme a due buffi e strambi bighelloni (Chico e Harpo), farà uscir fuori il famoso dipinto. Una trama divertente e scoppiettante che offre ai tre Marx di esibirsi in esilaranti momenti comici, come Groucho che corteggia la Dumont e un'altra donna contemporaneamente («Voi due, sapete, avete tutto: bellezza, fascino, denaro... Avete denaro, vero? Perché, se non l'avete smettiamo subito»), o Groucho che racconta il suo ultimo viaggio in Africa («Una mattina ho sparato ad un elefante in pigiama. Come fosse entrato nel mio pigiama questo non lo so»), la partita a carte fra Chico, Harpo, la Dumont e un'altra donna (dice Chico: «Come volete giocare, senza barare?»), o il surrealissimo discorso tra Groucho e Chico (Chico: «Teniamo il tetto rovesciato verso le fondamenta così quando piove i comignoli non si bagnano»). Un vero spasso.

Sulla colonna sonora

Belle e divertentissime le canzoni cantate da Groucho, carina e orecchiabile la romantica "Why Am I So Romantic". Tutte scritte e musicate dai bravissimi Bert Kal-mar and Harry Ruby.

Su Groucho

La fine del mondo. I suoi surreali sproloqui verbali, le sue freddure e le sue frecciatine a Margaret Dumont (riferendosi al furto avvenuto in casa sua la sera prima, M. Dumont dice a Groucho: «Capitano, mi auguro non sia rimasto turbato per l'increscioso incidente di ieri sera?!», e lui: «Si riferisce alla cena?!»), sono spassosissimi. Indimenticabile l'entrata con la portantina trasportata da quattro negri in gonnellino di paglia, e quando appena assestate un paio di battute fulminanti alla Dumont canta: «Hello I must be going. I cannot stay, I came to say I must be going...» («Salve, io devo andarmene. Non posso restare, sono venuto per dirvi che devo andarmene...»).

Su Harpo

Che dire... E’ davvero indimenticabile, il più surreale del trio, con la sua parrucca riccia, e il suo impermeabile dal quale caccia di tutto (pesci, torce, flauti, quadri,...). Il suo personaggio apparentemente ingenuo e fanciullesco, ma in realtà scaltro e malizioso, è una fonte inesauribile di gag, come in questo caso la sostituzione del quadro insieme a Chico, o la partita a bridge sempre con questi.

Su

Chico è la fine del mondo, un vero maestro della risata, qui alle prese con le balordaggini del surreale Harpo (indimenticabile la scena in cui i due devono sostituire il quadro di Beaugard con una copia) e i siparietti con l'altrettanto surreale Groucho. La presenza di Zeppo è semplicemente superflua e insignificante.

Su Margaret Dumont

Deliziosa come sempre, succube perenne della delirante ironia di Groucho, si lascia elegantemente sopraffare dalla dissacrante comicità dei fratelli. Una donna e un’artista indimenticabile.

Su Lillian Roth

Graziosa e spumeggiante. Ottima caratterista.

Su Victor Heerman

Bravo, ma si è solamente limitato a curare la trasposizione cinematografica del film, pur se l’ha fatto con grande stile.

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