Regia di Victor Heerman vedi scheda film
Animal crackers è il secondo film dei fratelli Marx, come il precedente The cocoanuts (1929) tratto dall'omonima commedia teatrale, l'ennesimo successo della sgangherata e bravissima banda di comici. Ai quattro fratelli va ad aggiungersi, a teatro come sulla pellicola, l'altrettanto fondamentale Margaret Dumont, storica spalla delle sfuriate linguistiche di Groucho. Ecco così che si ripropongono i quattro personaggi stereotipati dei Marx: il belloccio (Zeppo), il fanfarone (Groucho), il muto (Harpo) e il ladruncolo (Chico), impegnati in un turbine smodato di gag senza pausa intessute su una trama non eccessivamente definita (anche perchè il punto forte della comicità dei fratelli è il nonsense e il grottesco, tutta materia che difficilmente potrebbe essere utilizzata in una trama logicamente compiuta e coerente al cento per cento); eliminati i balletti del primo spettacolo/film, rimangono qui presenti i momenti cantati e i siparietti musicali a cura di Harpo (all'arpa, come vuole il suo nome) e di Chico (al piano). Zeppo, unico a non avere un personaggio esplicitamente comico, ha un ruolo più marginale e in effetti, come è noto, sarà il primo ad abbandonare la compagnia, ma soltanto dopo cinque film. La commedia di George Kaufman, Harry Ruby, Bert Kalmar e Morrie Ryskind viene così trasformata in una spumeggiante sceneggiatura scritta dal solo Ryskind, che prevede numerosi cambi di scena, un ritmo inarrestabile (e il ritmo è tutto nei film dei Marx) e una quasi totalità di interni, più facili da gestire e più aderenti al testo di partenza; alla fotografia torna George Folsey e la regia viene questa volta affidata a Victor Heerman, già precedentemente impegnato in numerose commedie brillanti. Animal crackers è la dimostrazione di quanto naturale, innata fosse la comicità di Groucho, Chico e Harpo (Zeppo, come si diceva, è sempre un po' in secondo piano) e di quanto affiatamento ci fosse tra loro; a certificare il genio comico dei Fratelli Marx c'è inoltre il fatto che, a ormai un secolo di distanza, certe gag fanno ancora sbellicare. Realizzato con modesti mezzi (poca spesa), il film garantisce un'ora e mezza di risate senza sosta (tanta resa). 7/10.
Il capitano Spaulding torna in patria: la signora Rittenhouse dà un party in suo onore, durante il quale presenterà un prezioso quadro appena acquistato. Ma il quadro viene sottratto nottetempo e sostituito con una copia.
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