Ferdinand e Marianne si ritrovano dopo cinque anni da che si sono lasciati e durante i quali lei è stata in una banda di criminali. Si isolano dal mondo, si amano, ma comunicare non è facile. Finiti i soldi, bisogna pur vivere: Ferdinand segue Marianne che torna nella banda. Un colpo, un omicidio, ma l'amore è finito: Ferdinand uccide Marianne e poi si suicida, alla ricerca dell'amore perfetto in un altro mondo. Ferdinand: "Perché sei triste?". Marianne: "Perché mi parli con parole e io ti guardo con sentimento". L'"amour fou", la solitudine, l'eccesso. Ferdinand si avvolge nella dinamite e accende la miccia: il punto di arrivo del primo Godard, un percorso che era partito con "Fino all'ultimo respiro".
Colorato, sovversivo e dall'estetica accattivante, "Pierrot le fou" soffre comunque di una verbosità forzata dello script. Anarchico ma intellettualmente dispersivo.
La solitudine del romantico. Una coppia di amanti in fuga dal mondo, un (improbabile) plot noir, una società sterile. Il mare, la natura, le confessioni, un diario. La Ford Galaxy del '62, L'Alfa Romeo, Samuel Fuller, Velasquez, Le Grand Escroc. Jean-Luc Godard, Jean-Paul Belmondo, Anna Karina (e Jean-Pierre Leaud, aiuto regista). Questi alcuni degli ingredienti che vengono lanciati… leggi tutto
Tra gli autori della Nouvelle Vague Jean-Luc Godard è sempre stato quello che mi è piaciuto meno: anche questo 'Pierrot le fou' contiene pregi e difetti di questo singolare cineasta. Il film è davvero molto ricco dal punto di vista visivo, con scelte linguistiche per l'epoca molto innovative ma che, alla lunga, trovo irritanti e fini a se stesse. Bello l'uso dei colori e sempre bravo… leggi tutto
Esteticamente è anche un bel film. Peccato però che sia di Godard: la trama è sbriciolata dai dialoghi, spesso incomprensibili, fuori luogo, privi di nesso logico o semplici citazioni poetiche. Più in generale: è un discreto film d'azione, di fuga, d'amore e di gangster, ma completamente - e sciaguratamente - rovinato dalle continue speculazioni gratuite di bassa filosofia e dalla… leggi tutto
Nel finale de Il bandito delle 11 (Pierrot le fou) si palesa il cortocircuito scenico causato dalla radicale ricerca di Jean Luc Godard, regista avanguardista già nei suoi primi anni, quelli appunto della Nouvelle Vague: metteur en scène del caos, in opposizione alla narrazione classica Godard è interessato ai silenzi, ai dialoghi apparentemente vuoti tra un'azione e…
Ferdinand e Marianne si amano senza risparmio: lui ha lasciato una moglie italiana, la professione di insegnante e una collaborazione con la tv, una vita borghese per fuggire con lei, non prima di aver commesso un delitto, e poi essersi rifugiati insieme in riva al mare a far passare i giorni e vivere d'amore. Ma i sentimenti non bastano: le loro prospettive e i loro ideali sono diversi, lui ha…
Mancanti:
- Day & Night (2010)
- La commune (Paris, 1871) (2000)
- A Close Shave (1995)
- Marketa Lazarová (1967)
- Kiga Kaikyô (1965)
[lavori in corso]
Eroi dall'anima sporca, criminali dal cuore tenero, perdenti nati, pessimi soggetti e tutti coloro che si distinguono dall'eroe classico, puro, virtuoso e pieno di qualità.
In un senso non secondario, Godard aveva già detto quasi tutto con «A bout de souffle». «Pierrot» è già una ripetizione in tono minore, in forma di gioco raffinato per la gioia di pochi intimi. La scansione del montaggio video e audio, così tipica del suo cinema, conserva ancora una sua ariosità ma la rivoluzione che non avrebbe cambiato…
Spesso messi in secondo piano, oscurati dal nome ingombrante del regista, vi sono, nella storia del cinema, direttori della fotografia che, questa storia del cinema, l’hanno fatta - o che la stanno facendo. Il loro…
Tra gli autori della Nouvelle Vague Jean-Luc Godard è sempre stato quello che mi è piaciuto meno: anche questo 'Pierrot le fou' contiene pregi e difetti di questo singolare cineasta. Il film è davvero molto ricco dal punto di vista visivo, con scelte linguistiche per l'epoca molto innovative ma che, alla lunga, trovo irritanti e fini a se stesse. Bello l'uso dei colori e sempre bravo…
Questo è forse il film più "americano" di Godard, come suggerisce sin dall'inizio la scelta della fotografia a colori, con cromatismi accesi che richiamano il glorioso Technicolor degli anni 50. Che Godard sia un citazionista cinefilo, si era capito sin dal suo fondamentale esordio, "Fino all'ultimo respiro". Questo "Pierrot Le Fou" è probabilmente l'opera in cui JLG è riuscito meglio a…
Dopo la playlist di Panflo su alcuni dei migliori scrittori del sito, che ha riscosso molti consensi ed è stata commentata senza eccessive polemiche, mi sembrava interessante estendere lo stesso discorso anche…
La notizia è ufficiale: il regista francese Jean-Luc Godard è stato insignito dell'Oscar alla carriera per il 2010, insieme all'attore Eli Wallach e allo storico del cinema Kevin Brownlow,…
La solitudine del romantico. Una coppia di amanti in fuga dal mondo, un (improbabile) plot noir, una società sterile. Il mare, la natura, le confessioni, un diario. La Ford Galaxy del '62, L'Alfa Romeo, Samuel Fuller, Velasquez, Le Grand Escroc. Jean-Luc Godard, Jean-Paul Belmondo, Anna Karina (e Jean-Pierre Leaud, aiuto regista). Questi alcuni degli ingredienti che vengono lanciati…
VOTO 10/10 Per gli ammiratori di Godard, fra cui volentieri mi inserisco, questo è certamente uno dei suoi film più grandi, purtroppo uscito in Italia con un titolo bruttissimo e numerosi tagli (l'edizione da vedere è assolutamente quella originale). La trama, tratta da un romanzo "nero" di Daniel White che non conosco, è volutamente incoerente e sopra le righe :…
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Commenti (3) vedi tutti
Colorato, sovversivo e dall'estetica accattivante, "Pierrot le fou" soffre comunque di una verbosità forzata dello script. Anarchico ma intellettualmente dispersivo.
commento di Stefano LVoto 4. [04.12.2010]
commento di PPAltro inguardabile ed irritante pistolotto filmato della fin troppo premiata ditta Godard.
commento di sasso67