Regia di Richard Franklin vedi scheda film
Premessa indispensabile: dimenticarsi l'unico, inimitabile originale (nonostante l'incipit riprenda la celeberrima sequenza della doccia per ricondurre subito lo spettatore nel cuore della storia), evitare inutili e superflui paragoni e valutare "Psycho 2" cosi come è: un buon thriller, realizzato con grande professionalità e senza presunzione. Richard Franklin, al dilà di qualche ripetizione e lungaggini, è riuscito nell'impresa di realizzare un'opera interessante e intelligente, evitando stupidi ed insulsi spargimenti di sangue, con una buona tensione e momenti di autentica suspense, soluzioni narrative piuttosto intriganti e per nulla scontate (vedi il ruolo nella vicenda di Vera Miles e di Jennifer Tilly, o il finale davvero spiazzante e sorprendente, quasi tragico ed inevitabile per il personaggio di Norman Bates, condannato a ricadere in un incubo senza fine, nonostante i suoi sforzi per ricominciare una nuova vita, dimenticando il violento passato), molte citazioni acute e non gratuite (ad esempio la macchina recuperata nello stagno o l'omicidio dello psichiatra Robert Loggia, l'occhio che osserva dal buco del muro, l'inevitabile doccia), riferimenti e collegamenti all'originale di Hitchock piacevoli e assai ispirati. Il resto lo fanno poi il Bates motel sempre inquietante e disturbante e soprattutto la faccia tormentata e ossessionata ma efficacissima di Anthony Perkins, imprigionato in un ruolo dal quale non sarebbe mai riuscito a liberarsi. Piccolo ruolo anche per il depalmiano (sarà un caso?) Dennis Franz nella parte del gestore del motel da lui trasformato in un sorta di bordello. Se si può muovere una critica sta nel fatto che è abbastanza assurdo che uno psichiatra prestigioso, come sembra essere il personaggio di Robert Loggia, faccia in modo che Norman Bates, una volta rilasciato, torni a vivere nel vecchio motel causa di tutte le sue precedenti sciagure e di tutti i suoi problemi mentali: ma ovviamente se non ci fosse stata questa forzatura non ci sarebbe stato neanche il film, che comunque è godibile, appassionante, per nulla noioso. Come operazione mi pare sia forse più riuscita di quella di Gus Van Sant che invece si era limitato a copiare scena per scena il capolavoro di Hitchcock: qui per lo meno c'è il lodevole sforzo di dare un seguito plausibile e rispettoso dei personaggi e dei caratteri originali.
Voto: 7
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