Regia di Alessandro Blasetti vedi scheda film
Quella che si preannuncia come un'acuta analisi sociologica del significato della parola "io", si carica ben presto di accenti popolareschi, anche grevi, e di luoghi comuni sul cinismo, l'ipocrisia e le altre debolezze tipiche della specie umana. Blasetti mette in campo un cast di icone del cinema e del varietà italiano per un film contenitore - dalle ambiziose pretese saggistiche - che, invece, sa di riciclato e non ingrana. Solo qua e là fa capolino qualche idea frizzante: si segnala, in particolare, la filastrocca delle "Dieci cucuzze" messa in bocca a Hitler, Mussolini e Chamberlain.
La figura di Walter Chiari, armato della sua ironia, ruspante e signorile allo stesso tempo, non basta a tenere alto il livello dell'opera, che, a volte, volendo essere provocatoria, prontamente vira nella volgarità. La mano degli sceneggiatori si fa inutilmente pesante nel trattare gli argomenti legati alla morte ed alla femminilità, in netto contrasto con il tocco delicato dell'epilogo, in cui la storia dolcemente sfuma sul dramma della diva condannata all'infelicità.
In conclusione, "Io, io, io ... e gli altri" è una pellicola pluritematica, piuttosto informe, che segue la strada della libera associazione e, nel suo sviluppo polimerico, sembra quasi fare il verso a "La vita agra" di Carlo Lizzani, pur mantenendo, per fortuna, una dignità estetica ben maggiore. La dicitura "conferenza con proiezioni", che compare fra i titoli di testa, pare davvero la destinazione più indicata per questo singolare prodotto.
Per Blasetti, questo "film contro la vanità dell'egoismo" vuole essere il suo personale "commiato dal cinema di ricerca".
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