Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Cape Fear - il promontorio della paura è il film che sembra solidificare la redditizia collaborazione di Martin Scorsese con Robert De Niro. La sesta collaborazione tra i due è un thriller al cardiopalma che parte da quello che potrebbe essere un normalissimo fatto di cronaca, un uomo, accusato di stupro, viene rilasciato dopo dodici anni di galera, e si trasforma in una caccia all’uomo in cui la vittima è l’avvocato dell’uomo che, inorridito dal gesto del suo assistito, all’epoca dei fatti eliminò una prova fondamentale per la sua assoluzione e adesso, il carnefice ha tutta l’intenzione di vendicarsi.
Il punto forte di questa pellicola è sicuramente la grandissima interpretazione di De Niro, il suo Max Cady sembra aver trasformato la sua rabbia in follia, calma e razionale, del tutto controllata, ed è lo strumento con cui decide di animare la sua vendetta, che sembra stazionare interamente nel suo sguardo. Il thriller infatti funziona soprattutto in quelle scene dove sentiamo o vediamo il protagonista primario in agguato.
Per la prima ora, e poco oltre, funziona e scorre con piacevole coinvolgimento poi subisce una virata che lo conduce in un baratro di situazioni prevedibili che appannano l’attenzione dello spettatore che tende a calare senza riuscire mai a riprendersi totalmente.
Ad affiancare De Niro un cast d’eccellenza, Nick Nolte, Jessica Lange e una giovanissima Juliette Lewis compongono la famiglia perseguitata, ad un certo punto poi compare anche Gregory Peck ed ogni cinefilo gongolerà, nonostante ciò però è come se l’attrazione generata da certe scene finisse per non essere mai costante e, capito il meccanismo, lo spettatore si lascia cullare fino al finale non scontato ma che forse non soddisfa come potrebbe.
Resta il fascino di una pellicola di spessore, le cui immagini riportano spesso al cinema di Scorsese, anche a quello che sarà, è piuttosto facile ritrovare una somiglianza con Shutter Island, non solo per il clima che si respira ma anche per l’impatto di certe inquadrature e per quella follia che striscia dal fondo e si diffonde nell’aria.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta