Regia di Emidio Greco vedi scheda film
Un ex diplomatico viene trovato morto nella sua solitaria villa di campagna, dove era tornato dopo anni di assenza: all’inizio sembra trattarsi di un suicidio, ma presto saltano fuori alcune incongruenze. Due giorni dopo vengono uccisi due ferrovieri: i casi sono collegati? Fedele adattamento dell’ultimo racconto di Sciascia, nobilitato da due icone del cinema di tradizione civile come Volonté e Antonutti in ruoli chiave (il primo è un professore alter ego dello scrittore, l’altro è l’anima nera dell’intera vicenda). Non si parla mai di mafia né di droga, ma se ne lascia intendere chiaramente la presenza; e il finale vede gli inquirenti intenti a insabbiare una verità scomoda, in stile Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto. Un po’ paradossalmente, il limite del film è proprio il suo restare appiattito sul testo di partenza: d’altra parte è un testo che funziona benissimo, e quindi non c’è motivo di lamentarsi. Va però segnalata una modifica significativa: l’informatore sanitario, testimone riluttante, non è uno del posto ma viene dal nord (ha l’auto targata Verona, anche se poi viene incongruamente interpretato dal romano Massimo Ghini); così si mostra che la morale “ma chi me lo fa fare?” non è un’esclusiva siciliana.
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