Regia di Mario Missiroli vedi scheda film
La bella di Lodi ci racconta una storia sentimentale contrastata e colma di insidie e controsensi, ma soprattutto vuole darci un quadro impietoso di una nazione che vive un processo di industrializzazione selvaggia, soccombendo sotto i poteri forti (economici e cioè politici) delle borghesie neoarricchite. Roberta, bella, sicura di sè e spietata, può fare il bello e il cattivo tempo (pastoie famigliari permettendo), ma proprio da questo eccesso di libertà trae confusione e disorientamento; l'uomo per lei è un accessorio come qualsiasi altro. Soprattutto se, sul piano di classe, le è inferiore. Il romanzo omonimo di Arbasino è un vero e proprio atto di denuncia sociale, che lascia molta amarezza al lettore; riadattato per lo schermo dallo stesso scrittore e dal regista, ne riesce un film forse un po' troppo piatto, ma che giunge comunque al punto. Bravi i due protagonisti, non è male neppure la regia di Missiroli, qui al suo unico esperimento dietro la macchina da presa: proveniva infatti dal teatro e lì tornò dopo questo lavoro. 6/10.
Lui è un modesto operaio; lei una ragazza ricca. Si conoscono in spiaggia, cominciano un rapporto contrastato in cui lei ha le redini. Lui finisce anche 4 mesi in carcere per colpa di lei; all'uscita la riaccoglie lo stesso e nulla pare cambiato.
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