Regia di Mario Costa vedi scheda film
Gli indiani, capitanati da Mano Gialla, sono sul piede di guerra; i mercanti di armi oltretutto non vedono l'ora di rifornirli. Il presidente Grant chiama perciò l'unica persona in grado di fermare la tensione e far tornare la pace: il colonnello Cody, alias Buffalo Bill.
Siamo negli scarsamente esplorati territori del western italiano, da non confondersi con il western all'italiana – meglio noto come spaghetti western; questo lavoro di Mario Costa, che si premura di scegliere uno pseudonimo pregno di umiltà come J. W. Fordson (figlio di Ford, insomma), è uno scimmiottamento dei classici film statunitensi su indiani e cowboys. Nulla ha a che fare con il successivo, più che nutrito filone dei western basati sulla vendetta di un torto subito, dove anche i buoni erano più cattivi di qualsiasi cattivo di qualsiasi altro film: questa è solo la storia di come Buffalo Bill riuscì a evitare un massacro fra coloni e nativi americani, portando la pace anziché seminare morte come negli anni seguenti vedremo fare in centinaia di titoli nostrani ambientati nel vecchio West. Un vecchio West abbastanza farlocco qui, si intuisce che la produzione è limitata, ma neppure disastrosa; Costa dirige con il minimo di attenzione necessaria e la prestanza fisica di un protagonista come Gordon Scott (già Tarzan e Maciste) fa il resto. La sceneggiatura, che ha senza dubbio qualche pretesa dal punto di vista storico, ma pare principalmente improntata sull'intrattenimento (azione, avventura, tensione, scazzottate e sparatorie, e c'è anche una bella indiana da salvare), reca le firme di Nino Stresa e Luciano Martino, ma dovrebbe avervi partecipato anche Ernesto Gastaldi. Tra gli altri attori troviamo Mario Brega, Roldano Lupi, Ugo Sasso, Andrea Scotti, Jan Hendriks, Ingeborg Schoner, Mirko Ellis, Piero Lulli. Un'ora e mezza spensierata, nulla di più e nulla di meno. 4/10.
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