Regia di Jerry Schatzberg vedi scheda film
Due vagabondi si incontrano in una strada di campagna. Uno, grosso e scorbutico, è appena uscito di prigione dopo sei anni e sogna di aprire un autolavaggio grazie ai soldi che ha messo da parte; l’altro, mingherlino e buffoncello, ha fatto il marinaio per cinque anni dopo aver abbandonato la fidanzata incinta (dalla quale ora sta tornando). Gli ingredienti ci sono: una vicenda esemplare (forse anche troppo) di emarginazione, una curiosa trovata metaforica (in realtà gli spaventapasseri non mettono in fuga gli uccelli, ma li fanno ridere: così loro, per riconoscenza, non guastano i campi), la regia di Schatzberg (già autore del pregevole Panico a Needle Park), due ottime interpretazioni. Purtroppo la maggior parte del film si perde in una piatta serie di avventure picaresche un po’ fini a sé stesse (che poi è il difetto di un altro celebrato on the road di quel periodo, Easy rider). I momenti migliori sono la sequenza carceraria (con Pacino che viene concupito sessualmente da un capoccia e Hackman che lo vendica) e soprattutto la telefonata di Pacino alla sua ex (che si è sposata, ha messo su un commercio di banane e gli fa credere che il bambino è nato morto). Però, per fare un confronto con un titolo simile, siamo a un livello inferiore rispetto a Un uomo da marciapiede.
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