Regia di Jerry Schatzberg vedi scheda film
Sentito ed amaro ritratto d'un'umanità sgualcita e residuale, di combattenti senza più nemici tanto facili da individuare e di sognatori (fin troppo) inguaribili perseguitati da colpe e fantasmi. Un 'on rhe road' sporco e pure straordinariamente ingenuo, pervaso da un candore 'umanistico' raro a trovarsi nel disilluso cinema indipendente americano di quegli anni. Quasi un romantico - ed ostinatamente speranzoso - canto del cigno d'un'epoca fatta di contraddizioni insolubili, di passioni forti e di impegno, di prese di coscienza e di (inevitabili) disarmi ideologici. Hackman e Pacino (per una volta messo in penombra dal compagno) incarnano due 'loser' memorabili, due figure marginali, dimenticate ed ammaccate, eppure così piene di forza vitale e d'una fiducia nel futuro a tratti vagamente fanciullesca. Figli d'una generazione di uomini che non ebbero il tempo di immaginarsi adulti, sperduti vagabondi circondati da un'America ormai 'cresciuta', e che stava smettendo di sperare. Palma d'oro a Cannes meritatissima.
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