Regia di Barbet Schroeder vedi scheda film
Schroeder gira un discreto thriller con il suo stile distaccato e antipatetico che riesce a mantenere abbastanza bene nonostante la produzione statunitense; prende spunto soprattutto da Bergman - anche se il film è tratto da un romanzo di un certo Lutz - e ambienta efficacemente una torbida relazione femminile in un famoso palazzo liberty newyorkese, fotografato da Luciano Tovoli. Scene e costumi sono della grande Milena Canonero. Il film certo parte molto in sordina, ma ha in sua difesa un crescendo continuo che lo rende più interessante, nonostante la prevedibilità dell'epilogo. 7 1/2
Howard Shore
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