Regia di Rouben Mamoulian vedi scheda film
Il vero artefice del successo dell'opera di Rouben Mamoulian è stato sicuramente il direttore della fotografia, Karl Strauss.
L'uso di speciali tipi di filtro, o altri marchingegni rimasti in parte sconosciuti, gli hanno consentito le strabilianti trasformazioni di Fedric March, che, a sua volta, ha ottenuto l'Oscar come migliore attore.
Due nomination sono andate alla sceneggiatura non originale e alla fotografia.
Fedric March imprime una grande forza interpretativa sulla storia tragica dell'affermato medico londinese Dr. Jekyll, che sperimenta su di se una scoperta fatta nel suo laboratorio, restandone vittima e trasformandosi in mostro.
L'alter ego di Jekyll esce di notte, si nascondenel buio e nella nebbia londinese, assapora tutte le trasgressioni di cui non si credeva capace, ma si rende conto che non gli sarà più possibile ritornare alla normalità.
Combattuto dalle due alternanti identità, e sempre più coinvolto in un vortice che diventa oltremodo doloroso, Jekyll si toglie la vita. La lunga agonia mostra il suo volto che riprende lentamente le sembianze umane che aveva perso.
Il film di Mamoulian è tratto dal romanzo di Robert L. Stevenson, ed è stato sceneggiato da Samuel Hoffstein e Percy Heath.
Girato due anni prima dell'entrata in vigore del famigerato Codice Hays, alla fine degli anni '30 il film è stato "censurato" e accorciato di circa dieci minuti, ritenuti "troppo spinti".
Il regista georgiano, nato a Tiflis nel 1898 da una famiglia di origine armena, aveva studiato in Francia e si era laureato a Mosca.
Trasferitosi a Londra nel 1920, divenne regista teatrale.
Tre anni dopo, parte per l'America, e nel 1929 dirige il suo primo film, "Applause".
Tra i suoi film più interessanti, "Il cantico dei cantici"(1933) e "Sangue e arena" (1943).
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