Regia di Jean-Pierre Melville vedi scheda film
Robert Montagné detto Bob passa le notti a giocare d’azzardo, spostandosi da un locale di Pigalle all’altro: vent’anni prima una rapina finita male ha posto termine alla sua carriera di bandito, e da allora un poliziotto suo amico controlla che righi dritto; quando scopre che nella cassaforte del casinò di Deauville sono custoditi 800 milioni di franchi, però, la tentazione è troppo forte. Un film che si prende i suoi tempi, e che anzi dà il meglio di sé nella prima parte, con il girovagare senza meta di personaggi scioperati, più che nella preparazione del colpo. Bob è un personaggio che sembra indifferente a tutto, fatta salva l’avversione per alcune precise categorie (i delatori e i papponi): vive una sorta di esistenza postuma, non è interessato sessualmente alla procace ragazzotta alla quale offre ospitalità (l’esordiente Isabelle Corey), e del resto l’unica presenza femminile fissa in casa sua è la donna di servizio; non sappiamo nemmeno perché a suo tempo ha salvato la vita al poliziotto, deviando un proiettile indirizzato a lui (perché era disarmato? o perché chi gli stava sparando sarebbe stato condannato all’ergastolo?). Non cerca denaro per arricchirsi, ma solo per coltivare la sua passione per il gioco: e sarà proprio quella a condurre la storia verso un finale beffardo, a dimostrazione che si può anche rubare onestamente.
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