Regia di Michelangelo Antonioni vedi scheda film
Un film sulla fotografia che è una vera e propria fotografia della vita londinese negli swingin' years a metà dei '60. Antonioni (in sceneggiatura con Tonino Guerra) coglie l'attimo e approfitta dell'incredibilmente stimolante scenario di quella Londra ipercinetica, iperattiva, festosa e colorata per mettere in scena una pseudotragedia che ben ricalca l'idea di rappresentazione insita nel concetto di fotografia. Ovverosia, in concreto: il cadavere c'è? Esiste l'oggetto fotografato o è solo un'illusione dei sensi procurata dallo strumento meccanico che dà vita alla rappresentazione? E' l'eterno dilemma del cinema come (de-/ri-)costruzione della realtà, dei limiti dell'immagine rispetto alla sua forma materiale, tridimensionale, che sono al contempo buona parte del suo fascino. Mitologia del rock, la scena verso il finale con gli Yardbirds dal vivo in un locale. Un film maestoso, ma con i soliti limiti (e pregi, come si diceva sopra) di Antonioni: lunghi silenzi, sequenze interminabili, solitudine nella folla: un'altra opera sull'incomunicabile che impregna l'umana esistenza.
Un fotografo nella swingin' London della metà degli anni '60 se la spassa fra servizi di moda, modelle e 'dolce vita' londinese. Un giorno al parco fotografa una coppietta, per scoprire in seguito - tornando al parco nottetempo - che in quelle immagini si nasconde un terribile segreto.
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