Regia di Michelangelo Antonioni vedi scheda film
Forse il film più famoso a livello internazionale di Michelangelo Antonioni, quello che ebbe il più grande successo commerciale nella carriera del regista ferrarese dopo aver vinto la Palma d'oro a Cannes nel 1967. E' un film molto legato alla sua epoca e all'ambiente in cui venne prodotto, quello della Swinging London anni'60, ma resta un'opera cinematograficamente ambiziosa che tratta di tematiche impegnative come la manipolazione delle immagini e la ricerca della verità in un mondo di artifici e apparenze, anticipando di qualche decennio il dibattito sulla realtà virtuale. La struttura narrativa da thriller metafisico ed enigmatico risulta efficace, certamente ingegnosa, ma, come nelle altre opere del maestro, quello che affascina è soprattutto il lavoro di messinscena, la sensibilità visiva e la capacità di astrazione dal reale di cui testimoniano alcune sequenze come la celebre partita a tennis senza pallina del finale, una delle sequenze più rappresentative dei cinema di Antonioni e fra le più citate della Storia del cinema. Pur restando un po' in superficie nel cogliere alcuni aspetti frivoli e un pò esteriori dell'ambientazione londinese, è un'opera eccezionalmente meditata e intelligente che pone interrogativi inquietanti e ancor oggi attuali. Bravo e affascinante il protagonista David Hemmings, in seguito utilizzato anche da Dario Argento in "Profondo rosso". La prima parte è molto efficace nel descrivere i rituali fotografici del protagonista e l'incontro con la ragazza nel parco interpretata da Vanessa Redgrave; la seconda é volutamente dilatata e gioca coi silenzi e i tempi morti in maniera abbastanza simile ai film della Trilogia dell'incomunicabilita', arrivando a conclusioni ugualmente molto pessimiste e angosciose sulla presenza aleatoria dell'Uomo in un mondo che diviene sempre più indecifrabile. Uno dei capolavori ormai imprescindibili della Settima arte.
voto 10/10
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