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The Blues Brothers

Regia di John Landis vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Blues Brothers

di axe
8 stelle

Jake ed Elwood Blues sono musicisti appartenuti alla "The Blues Brothers Band", scioltasi anni addietro. Successivamente, Jake è stato in carcere. A fine pena, è condotto dal fratello Elwood presso l'orfanotrofio di Chicago che li ha ospitati. Apprendono che l'istituto chiuderà, poichè le suore che lo gestiscono non possono pagare cinquemila dollari di tasse arretrate. I due, pertanto, decidono di dare una mano. Jake ha un'"illuminazione", riunire i membri della band, sparsi qua e là nell'Illinois, e fare un concerto di beneficenza, per procurarsi il denaro. Non è facile, ma i due fratelli sono in "missione per conto di Dio", e pertanto molto determinati ! Nel corso degli anni passati, ho avuto modo di apprezzare, di questo film, la colonna sonora ed il videogioco che ha ispirato; ne ho colto le molte citazioni; ma non lo avevo mai visto, per intero e con attenzione. Avendo ora colmato questa lacuna, posso dire di essere soddisfatto. Protagonista "immateriale" del film è la musica; musica come strumento di comunicazione, musica come stile di vita, musica come espressione di libertà. Jake ed Elwood non hanno certo un'esistenza facile, sono privi di prospettive, vivono di espedienti; la loro missione non è semplice. Tuttavia, sono in grado superare ogni difficoltà, grazie al loro intimo rapporto con l'arte del suono. Riescono a riunire la band, la quale torna al completo non solo grazie alle capacità persuasive di Jake, ma anche per la condivisione delle prospettive che offre l'essere di nuovo insieme, il poter dar voce ad una passione, l'esprimersi liberamente. I protagonisti riescono nei loro intenti, andando anche oltre. Salvano l'orfanotrofio, nonostante siano inseguiti da polizia, pompieri, guardia nazionale, "nazisti dell'Illinois", ed ottengono un contratto discografico. Certo, i diversi reati commessi li conducono in prigione, ma anche lì riescono a scatenare la potenza catartica della loro arte. La musica non è solo protagonista ideale, ma anche materiale. L'avventura di Jake ed Elwood - che ha venduto una vettura per comprare un microfono - racconta le peripezie di chi vuol suonare, i rapporti non sempre facili con spettatori, impresari, fornitori di strumenti; ma anche l'emozione e la gioia di calcare le scene, di fronte ad un pubblico trepidante. Un film su questo tema non poteva non essere dotato di un idoneo accompagnamento musicale. L'eccezionale colonna sonora è in prevalenza basata su sonorità blues "accessibili" ad ogni orecchio; ne abbiamo ascoltato brani e motivi in ogni occasione. Il film ha un buon ritmo; dopo un avvio lento, durante il quale viene introdotta la trama, molto lineare, la narrazione "prende quota", tra eventi più o meno improbabili, stranezze (la ragazza misteriosa, che attenta alla vita dei due) ed esagerazioni di ogni sorta, culminanti nell'incredibile inseguimento finale. Notevole il cast; Dan Aykroyd e John Belushi, nelle vesti, rispettivamente, di Elwood e Jake, recitano con affiatamento. Il primo è il "braccio", il secondo, la fantasiosa e dirompente "mente". Molti i musicisti sulle scene: Aretha Franklin, John Lee Hocker, Ray Charles, James Brown, Cab Calloway; una piccola parte, infine, è stata riserva a Carrie Fisher. Da molte altre recensioni che ho letto, intuisco che è facile "aver nel sangue" questo film; vuoi per la tematica, vuoi per la colonna sonora, vuoi per una delle poche (purtroppo) e magistrali interpretazioni di John Belushi; avendolo visto solo ora, non è il mio caso. Ma ne riconosco le alte qualità. C'è ottima musica, c'è avventura, c'è comicità e c'è la soddisfazione di un'innata aspirazione alla libertà.

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